Record dell’Ora, Alex Dowsett pronto alla sfida: “Non ho paura di fallire”
L’ora x è vicina per Alex Dowsett. Il britannico della Israel Start-Up Nation è giunto infatti nei giorni scorsi in Messico, ad Aguascalientes, dove domani tenterà l’assalto al Record dell’Ora. Ha sfruttato queste giornate per allenarsi e abituarsi al fuso orario e all’altura. Attualmente, il record appartiene a Victor Campenaerts che il 16 aprile 2019 coprì 55,089 chilometri proprio nello stesso velodromo. Se ce la dovesse fare, Dowsett spera di riuscire a tenere il primato per più del mese abbondante in cui lo tenne nel 2015. Questa occasione, che giunge dodici mesi dopo il tentativo annullato a causa del Covid, gli dà anche l’opportunità di pubblicizzare l’organizzazione benefica Little Bleeders che ha fondato nel 2016. L’obiettivo è incoraggiare i 3.000 giovani nati con la rara condizione in Gran Bretagna a capire che l’emofilia, di cui lui stesso soffre, non dovrebbe limitare la loro ambizioni.
La sua strategia, rispetto ad altri campioni del passato, sarà quella di dividere la gara in due: “Per me i primi 30 minuti saranno molto controllati e disciplinati e poi i secondi 30 sono quelli nei quali inizierò a capire cosa si può fare”, spiega in un’intervista al The Guardian. Aggiunge che proverà a suddividere la prova in piccoli settori per mantenere la situazione sotto controllo: “Mike Hutchinson sarà a lato della pista e mi darà feedback sul ritmo ad ogni giro. Quindi so che se tengo determinati tempi sul giro batterò il record. La sfida sarà nella seconda parte dell’ora quella di iniziare a regolare o mantenere il ritmo”.
Dowsett ripensa al record del 2015 a Manchester con un po’ di rammarico. “In realtà è stata un’esperienza molto piacevole perché sapevo dopo 40 minuti che avrei battuto il record. C’erano circa 3.000 persone ed è stato indimenticabile. Ma dopo, guardando i numeri, sapevamo di essere stati troppo prudenti […] Avrei potuto fare molto di più e, dopo mesi di lavoro, probabilmente ho sfruttato solo l’80% di quello di cui sono capace. Sarebbe dovuto essere intorno ai 54 chilometri”.
L’altro grande obiettivo è quello di pubblicizzare come l’emofilia non dovrebbe essere una barriera per nessuno: “I miei genitori hanno fatto un lavoro meraviglioso proteggendomi dalla negatività sull’emofilia quando ero giovane. Ogni tanto ci guardiamo indietro, che sia il traguardo del Tour de France o il record dell’ora o una qualsiasi dei traguardi inimmaginabili che ho raggiunto. Se allora avessimo avuto una sfera di cristallo e avessimo saputo che tutto sarebbe andato per il meglio, non sono sicuro che i miei genitori ci avrebbero creduto”.
Dowsett sta organizzando questo evento da solo, senza il supporto della squadra, insieme a sua moglie. E questo è stato possibile soprattutto grazie alla vittoria di tappa allo scorso Giro d’Italia, che gli ha permesso di avere il rinnovo di contratto: “Vincere quella tappa mi ha fatto guadagnare altri due anni e ha affinato la mia attenzione sul record dell’ora. Ogni anno dal 2015 chiedevo alle mie squadre: ‘Possiamo fare l’ora?’ Ogni volta c’era un rifiuto e così Chanel e io ci siamo detti: ‘Lo facciamo da soli'”.
“Victor Campenaerts mi ha dato una possibilità del 50-50 di superarlo e non ho paura di fallire – conclude – Sarebbe stato facile non fare questo tentativo, soprattutto vista l’organizzazione, ma fallire è un’alternativa di gran lunga migliore al non provarci. C’è qualcosa di molto toccante per la comunità dell’emofilia”.
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